Se sei stato selezionato per uno stage, evidentemente l’organizzazione o l’azienda che ti ha scelto ritiene che tu possieda quel bagaglio di conoscenze (frutto dei tuoi studi) e di competenze (linguistiche, informatiche ecc.) necessario per svolgere le attività previste dal ruolo che ti verrà assegnato. Ma se sei stato scelto è anche perché hai dimostrato di possedere quelle qualità personali e caratteriali che dovrebbero permetterti di affrontare la realtà lavorativa in modo adeguato e proficuo. Si tratta di un aspetto essenziale, dal momento che il lavoro non è semplicemente un insieme di mansioni da svolgere, ma anche e soprattutto una rete di relazioni, di rapporti, di comportamenti.

Schematizzando, si può dire che il successo nel lavoro dipenda essenzialmente da tre fattori:

  • sapere (l’insieme delle conoscenze necessarie per lo svolgimento del proprio lavoro);
  • saper fare (l’insieme delle competenze professionali necessarie in relazione al ruolo che si ricopre);
  • saper essere (l’insieme dei comportamenti che ci si aspetta da chi svolge un determinato ruolo all’interno di un’organizzazione).

Tieni quindi presente che la valutazione del tuo tirocinio non dipenderà soltanto da quello che dimostrerai di saper fare, ma anche dal modo in cui vivrai la realtà lavorativa, dai comportamenti e dagli atteggiamenti che assumerai, dalla tua capacità di “muoverti” in un’azienda o un’organizzazione  internazionale, interagendo con il contesto sociale e organizzativo di cui fai parte. 

È qui che entrano in gioco le soft skills, le “competenze trasversali”, quell’insieme di qualità e caratteristiche personali che si traducono in comportamenti efficaci all’interno di un ambiente di lavoro. È evidente che le soft skills richieste  varieranno a seconda del ruolo e del livello: a chi si occupa di contabilità non verrà richiesta la stessa brillantezza comunicativa di un commerciale, così come a uno stagista non verranno richieste le capacità gestionali di un manager. Inoltre ogni organizzazione ha una sua specifica identità, una sua storia e una sua cultura e quindi i comportamenti attesi varieranno anche a seconda dell’azienda in cui ci si trova.
Tuttavia ci sono alcune soft skills che pressoché tutte le organizzazioni richiedono ai propri stagisti. Vediamo le principali.

  • Teamworking: la capacità di lavorare in gruppo, di entrare in sintonia con i colleghi e di fare squadra è un elemento essenziale in qualsiasi contesto di lavoro. Essere un buon teamplayer in un ambiente internazionale presuppone una radicale apertura mentale, una reale disponibilità a confrontarsi senza pregiudizi con culture e mentalità diverse, tenendo un atteggiamento positivo e partecipativo, comprendendo punti di vista differenti, cercando elementi di coesione e di condivisione al di là delle differenze e divergenze. In questo senso uno stage in Europa è un’opportunità del tutto singolare per metterti in discussione, per conoscere e accogliere contributi e apporti provenienti da fonti diverse, per rivedere o modificare alcuni comportamenti e stili relazionali che ritieni ormai consolidati e inattaccabili. Ricorda: è meglio una buona risorsa che sappia fare gruppo piuttosto che un genio che crei problemi o conflitti nel gruppo di lavoro.

  • Capacità comunicative: una qualità estremamente importante all’interno di qualsiasi organizzazione è la capacità di comunicare efficacemente. Ma cosa vuol dire comunicare in modo efficace? Significa esprimersi in modo chiaro, esporre in modo sintetico, argomentare in modo persuasivo. Che si tratti di comunicazione scritta o orale, niente discorsi contorti o lunghe digressioni. Focalizzati sul nocciolo delle questioni ed esprimile in modo semplice e diretto. Nella comunicazione orale, inoltre, l’efficacia dipende anche – e forse in gran parte – dal modo in cui parlerai: la “forza” che saprai imprimere alle tue parole con un tono di voce sicuro e con un linguaggio del corpo adeguato giocheranno un ruolo decisivo sull’effetto del tuo discorso. Ricorda infine che comunicare in modo efficace significa anche saper adattare il proprio stile di comunicazione a seconda dell’interlocutore e del contesto.

  • Autonomia: in qualsiasi realtà lavorativa sono molto apprezzati i ragazzi che non hanno bisogno di assistenza continua, ma che sono in grado di lavorare in autonomia in breve tempo, entrando velocemente nelle dinamiche, nei processi e nei ritmi di lavoro aziendali. Le imprese cercano persone che apprendano rapidamente, a cui non si debbano spiegare e ripetere più volte le stesse cose; cercano ragazzi che non abbiano paura di assumersi delle responsabilità. È chiaro, sei uno stagista e sei lì per imparare…ma prima impari ad assumerti delle responsabilità, migliore sarà l’impressione che farai (tranquillo, le tue responsabilità saranno comunque commisurate al livello delle tue competenze!).

  • Pragmatismo e orientamento al risultato: perché il tuo stage abbia successo e il tuo contributo venga apprezzato, dovrai saper organizzare le tue attività raggiungendo i risultati attesi nei tempi prestabiliti; dovrai essere pragmatico e determinato, responsabile ed affidabile.  Per raggiungere gli obiettivi stabiliti rispettando le deadline, dovrai essere in grado di adeguarti ai modi e ai tempi di lavoro dell’organizzazione. Dovrai organizzare al meglio il tuo lavoro e il tuo tempo, gestendo diverse attività in a fast paced environment, in un ambiente di lavoro in cui si lavora ad alti ritmi. Perciò tieni sempre traccia delle cose da fare e cerca di fare una valutazione verosimile dei tempi e degli strumenti che ti servono. Non puoi arrivare a una scadenza e accampare scuse per non averla rispettata.

  • Intraprendenza: è fondamentale che uno stagista, ovvero un giovane che è appena entrato nel mondo del lavoro, si dimostri molto motivato e affronti il suo percorso formativo con entusiasmo, passione e voglia di fare, anche al di là delle mansioni che gli vengono affidate. L’intraprendenza, la proattività e la “fame di imparare” dovranno caratterizzare il tuo approccio allo stage fin dai primi giorni.
     

Non è certo facile mettere in campo tutte queste soft skills, soprattutto per chi si sta affacciando, magari per la prima volta, nel mondo del lavoro. Ma sappi che lo stage ti servirà anche a questo: a migliorare le tue soft skills, ad affinare la tua capacità di mettere in atto comportamenti efficaci nelle diverse situazioni di lavoro. Capire come si lavora in un’azienda o in un’organizzazione internazionale sarà un passo fondamentale nel tuo percorso di crescita professionale.

Infine, ci sono alcune cose che ti consigliamo di fare durante il tuo stage per sfruttarne tutto il potenziale formativo: osservare, ascoltare, chiedere, proporre.

  • Osserva: ogni volta che ti è possibile, guarda con attenzione quello che fanno i tuoi colleghi e come lo fanno; osserva i loro comportamenti, soprattutto quelli dei colleghi più capaci e apprezzati. Osserva il modo in cui i tuoi colleghi si relazionano tra di loro e con i “capi” (formalità/informalità dei rapporti, stile comunicazionale ecc.), il modo in cui vengono affrontate le situazioni conflittuali all’interno del gruppo di lavoro o in cui vengono gestiti i rapporti con i clienti e/o i partner ecc. Sarà come assistere a delle vere e proprie lezioni su come stare in azienda.

  • Ascolta: ascoltare con attenzione i tuoi colleghi ti aiuterà non soltanto ad acquisire in tempi brevi piena dimestichezza con la lingua che utilizzi, ma anche ad entrare nel “linguaggio aziendale”, un gergo fatto di espressioni standard, termini e modi di dire in cui trova espressione l’identità culturale dell’organizzazione. Imparare ad utilizzare il linguaggio aziendale ti permetterà di inserirti ed integrarti rapidamente nell’ambiente di lavoro.

  • Chiedi: non aver paura di fare domande, di chiedere informazioni e chiarimenti. Fare uno stage all’estero in una multinazionale o in un’importante organizzazione internazionale ti dà la possibilità di guardare e conoscere dall’interno la struttura e le dinamiche di una realtà organizzativa complessa. Trovarsi in un contesto del genere e limitarsi a svolgere i propri compiti senza darsi da fare per avere una visione d’insieme delle strutture, dei processi, delle regole e delle principali dinamiche dell’organizzazione in cui sei inserito, significherebbe perdersi una buona fetta di quel patrimonio di conoscenze e competenze che puoi offrirti lo stage. Non solo: nel corso dello stage, chiedi periodicamente al tuo tutor o ai tuoi colleghi un feedback sul tuo operato: è importante avere un riscontro per capire se si sta andando nella direzione giusta. Raccomandazione ovvia: le domande vanno poste al momento opportuno, non quando il tuo interlocutore sta lavorando a marce forzate perché ha una scadenza imminente…

  • Proponi: anche se sei “l’ultimo arrivato”, non per questo devi aver paura di esprimere le tue idee, di fornire il tuo contributo originale, di partecipare attivamente alla vita dell’azienda. Il tuo spirito di iniziativa sarà sicuramente apprezzato. Chi non ha esperienza può certo dire o commettere delle ingenuità, ma può anche suggerire delle idee nuove o fornire spunti interessanti. Niente timori o timidezze: se hai un’idea da proporre o un’osservazione da fare, esponiti. Regola aurea: non cercare di essere originale o propositivo a tutti i costi: meglio tacere che uscirsene con un’idea strampalata. Seconda regola aurea: essere intraprendenti e avere spirito di iniziativa va bene, ma è fondamentale non essere mai presuntuosi o arroganti. I comportamenti da maestrini o da primi della classe non pagano, anzi…

E allora…sei pronto a metterti in gioco?