Martina è una ventiseienne napoletana, laureata da poco a pieni voti in Urbanistica, Paesaggio, Territorio e Ambiente. Nel periodo in cui ha studiato per la sua laurea specialistica ha svolto un tirocinio di 3 mesi presso la City of London Corporation, l’ente di governo della città di Londra. Ha cercato e faticato tanto per trovare questo stage, ma adesso è, a ragione, molto fiera di ciò che ha fatto e di non aver “mai mollato”! Dieci mesi prima di iniziare la ricerca dello stage, si è trasferita a Londra, trovando un alloggio e qualche lavoretto per mantenersi e fare pratica con l’inglese. Ha quindi iniziato a cercare un internship facendo ricerche su internet, compilando tanti application form, a cui nessuno rispondeva; allora ha cercato su LinkedIn l’ente che le interessava contattare, richiedendo la “connessione” con tutti i dipendenti che lavoravano nell'area professionale di suo interesse. Ha quindi inviato un messaggio, non troppo formale, chiedendo cosa avrebbe dovuto fare per poter iniziare un tirocinio presso di loro. La risposta è stata quasi banale: una lettera di presentazione e un CV a cui lei, in aggiunta, ha allegato il suo portfolio. In seguito ha sostenuto un colloquio che serviva a verificare le sue capacità, le motivazioni e la conoscenza dell’inglese e poi ha dovuto attendere ben due mesi prima che lo stage fosse confermato. Grazie alla sua intraprendenza Martina è riuscita a far stipulare una convenzione tra l’Università e l’ente ospitante, per cui le sono stati riconosciuti 10 crediti formativi per aver svolto il tirocinio. Le aspettative erano altissime, dato il prestigio della City of London. Il suo costante impegno l’ha premiata: al termine del tirocinio ha iniziato a lavorare presso lo stesso ente, ma in un altro distretto.

Le sue paure, prima di iniziare, erano la lingua ed il suo background universitario: entrambi si sono rivelati più che adeguati, anche se qualche difficoltà linguistica all’inizio c’è stata, in particolare nell’ascolto. Ovviamente, alla fine, le sue conoscenze linguistiche sono molto migliorate e soprattutto ha acquisito una totale padronanza del linguaggio tecnico. Oltre ad un’ottima indennità (1.800 sterline al mese, circa 2.000 euro), le è stata fornita una postazione di lavoro e tutti gli strumenti e i materiali (computer, licenze di software, manuali) per svolgere adeguatamente le sue attività, tutte in linea con il suo percorso formativo. Ciò le ha consentito di acquisire la conoscenza di diversi software, di comprendere il modo in cui si lavora e si collabora in un team e di affinare la presentazione del proprio lavoro ai team leader, ai direttori, ecc. Il suo tutor – che è stato anche correlatore della tesi di laurea specialistica, rigorosamente inerente lo stage – l’ha seguita con costanza e, quando è andato in ferie, è stato sostituito da un’altra persona.

Come dice Martina, la sua esperienza di stage, che ha superato di gran lunga le aspettative, “non ha prezzo”: le ha permesso di trovare lavoro e di raggiungere i suoi obiettivi. La durata del tirocinio, forse, è stata fin troppo breve: è stato stressante, per lei, dover mostrare le sue capacità, e la sua intraprendenza, durante un conto alla rovescia continuo. Se dovesse dare un consiglio, infatti, direbbe certamente di svolgere uno stage all’estero di 6 mesi. Fare un tirocinio all’estero, per chi vuole trovare lavoro fuori, è indispensabile, è un trampolino di lancio; per chi invece pensa di rientrare in Italia, è comunque un’importante palestra linguistica e professionale.